venerdì, gennaio 30, 2009

Cristina...

Io ci provo a mantenere la concentrazione...
giuro ci provo...
provo ad ascoltare quello che dice...
vorrei farmi un'idea dei suoi discorsi...
ma non so perchè ad un certo punto mi perdo...
c'è qualcosa che mi distrae...


martedì, gennaio 27, 2009

Ho imparato a sognare











C' è solo un modo per tornare in contatto vero con se stessi...
la musica nelle orecchie, i piedi nudi nella sabbia, ed il sole che ti scalda.
Oggi non posso farlo...
ma chiudo gli occhi e cerco di immaginarlo.
D'altronde l'immaginazione è sempre stata il mio forte...
e forse molte delle mie paure nascono dal fatto che immagino troppi futuri alternativi,
e poi credo solo in quelli cupi e tristi...
che idiozia.
Immaginare va bene quando crei qualcosa, quando pensi ad un regalo, 
quando sogni che un momento felice duri per sempre.
Ecco io di immaginare mi sono rotto...
voglio solo sognare.
Come quando da ragazzino pensavo di essere speciale e che a furia di sognarlo
un mondo diverso sarebbe veramente cambiato... e che bastasse leggermela negli 
occhi questa smania per convincere chiunque.
Le ali del gabbiano fremevano al vento della gioia di volare e di andare incontro
all'ignoto. Le parole sul libro di Shimoda erano fari nella notte.
I miei sogni erano così vividi e la voglia di viverli così grande da poterli tenere accesi
all'infinito come fuochi sul palmo della mano.
Caldi, luminosi e immortali.
Poi pensi di non averne più bisogno.
Chissà perchè succede... mica l'ho capito.
Ti illudi di poter programmare ed organizzare la vita con la testa,
con tiepide aspettative di serenità, e calcoli in prospettiva.
Organizzi, elabori, progetti.
Tieni tutto in equilibrio finchè una folata di vento manda tutto a puttane.
Ti incazzi col vento, con chi non ti ha aiutato, col fato che ti rema contro.
Ma il vero scemo sei tu.
E sai quando te ne accorgi? Quando rimani solo, 
quando il cervello ti va in tilt, quando non hai più nulla da perdere.
Ora basta programmi, eh? Basta.
Mi riprendo i miei sogni... come vecchi aquiloni lasciati in soffitta.
Ci dovessi mettere una vita, li ritroverò tutti e se possibile ne costruirò
di nuovi... da qualche parte dentro di me so ancora come farli volare.
Perchè un uomo senza sogni, non è un uomo.
Perchè di qualcuno senza sogni non ci si può innamorare.
Perchè... "ormai che ho imparato a sognare non smetterò".

Tanto, lo sapete... casse accese e play...
dedicata al mio fratellino che me l'ha ricordata
e a tutti quelli che scrivono e sognano per ritrovare se stessi.
Bk





mercoledì, gennaio 21, 2009

Piove dentro e fuori di me




Play. Volume.

Piove... capirai che novità.
Sembra non far altro quest'anno.
Mi affaccio alla finestra, in questa sera come le altre...
e veramente non so se guardo fuori o se mi guardo dentro.
Non c'è più nessuno in giro... non è un tempo da star fuori.
Le strade sembrano pulite, tutto quello che di troppo c'era 
sembra stia andando via... sotto il moto incessante di una pioggia
che di lavar via tutto, sembra non voler più finire.
I tuoni mi tengono sveglio... i lampi illuminano la scena a giorno
e sembrano voler vedere come sta andando il lavoro...
goccia dopo goccia, soffio dopo soffio, tutto viene portato via: delusioni, dolore, ansia...
assieme a tutto quello che di buono c'era... aspirazioni, progetti, sogni.
E' strano vederli andar via assieme... scivolare lungo gli scoli dei marciapiedi,
formar dei gorghi concentrici di scolorite emozioni.
E' ipnotico.
E sembra ormai durare da sempre.
Guardo ancora, non riesco a staccare gli occhi dalla pioggia...
cerco di capire cosa resterà, quando e se, questo incedere incessante finirà.
Mi guardo le mani, le allungo per toccare l'acqua...
e la vedo scorrere attraverso le dita, lungo il dorso...
non riesco a trattenere nulla. 
Non posso fermare quello che succede. 
Posso solo guardare e sentire il mio respiro che si accompagna alle gocce che cadono.
Vorrei fare qualche passo avanti e mettermi al centro della scena.
Diventare tutt'uno con terra e cielo.
Farmi scorrere la pioggia sulla faccia per non riuscir più a capire 
se sono solo scemo o sto piangendo.
Invece resto chiuso dentro.
O fuori da me. Mica l'ho capito.
Qualcuno prova a passare. Prova anche a parlarmi.
Mi volto per un attimo, provo a sorridere, ma non sono per niente convincente.
Non so che dire, non ho voglia di parlare.
Continuo a fissare la pioggia e a pensare...
Mi sembra di intravedere, tra ombre e riflessi, fantasmi di quello che potevo essere,
deja vu di una vita... che veramente non so se l'ho solo immaginata.
Una vocina dentro mi ripete che prima o poi smetterà di piovere, no?
Che c'è sempre un arcobaleno dopo la pioggia...
che quella magica, impalpabile, striscia colorata apparirà da un momento all'altro
e mi dirà dove guardare... strappandomi un sorriso e scaldandomi da dentro.
Piove da così tanto tempo che non se credergli a questa cazzo di vocina.
Ma ricordo che ero un'ottimista... ricordi? Così ero.
E allora chiudo gli occhi e sogno di essere al mare...
acqua e vento fanno altro... gonfiano onde enormi
che adesso non fanno più paura,
che magicamente, finalmente... riesco a cavalcare.


Altro Play. Volume.



martedì, gennaio 13, 2009

Big fish



Per tutti quelli che stanno crollando dalla stanchezza... ma non hanno sonno,
Per tutti quelli che amano le storie... ma le storie sembrano non amarli,
Per tutti quelli che la magia era come marmellata a colazione... ed ora fanno gli impiegati,
Per tutti quelli che la musica la vorrebbero nella propria testa 24 h su 24 come
una colonna sonora... ma che le note di ciò che li circonda hanno smesso di percepire,
Per tutti quelli che vivono di sorrisi... ma che c...o non possono usarli per fare la spesa,
Per tutti quelli che il cinema ce l'hanno dentro e non chiedono neanche il biglietto,
Per tutti quelli che il lieto fine arriva sempre e solo alla fine... e che per tutto il film 
trattengono il fiato e che se potessero si partirebbe proprio dal più bello,
Per tutti quelli che vorrebbero vincere le proprie paure... ma che, diamine, se poi 
il cuore mi scoppia ad essere libero e felice?
Per tutti quelli che vanno a dormire e che domani sarà un giorno speciale solo se 
sarò io ad essere speciale...


martedì, gennaio 06, 2009

La notte della befana















E' tardi e sto per andare a nanna...
e sorrido all'idea che domani si dorme.
Che notte strana... fredda e silenziosa.

Stanotte è la sua notte, volerà veloce in
lungo e in largo a cavallo della sua allusiva
scopa, alla ricerca di dolcezza da dare e prendere,
mordere e saggiare, toccare e sentire.

Si infilerà nei camini, sotto gli usci, attraverso i tuoi sogni...
arriverà in quella parte di te dove ancora vivono i desideri...
nonostante la paura, l'abitudine e la disillusione.

E ti risveglierà.
Ti darà calore in questa fredda notte.
Tirerà fuori la tua parte vera e selvaggia.
E ricorderai di essere capace di perderti
in te stesso, nell'amore e nella vita...

Strana notte, stanotte.
Non smettete di sognare.